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Ddl turismo e cedolare secca: cosa cambia

  • Staff Studio
  • 08 Settembre, 2023

La cedolare secca sugli affitti brevi potrà essere applicata per un massimo di due immobili locati nel corso dell’anno.

Inoltre si presumerà svolta in forma imprenditoriale, e quindi scatterà l’ obbligo di partita IVA , l’attività di locazione di un numero di appartamenti superiore a tale soglia.

Quattro è il il numero massimo di appartamenti per i quali al momento è possibile beneficiare della cedolare secca, la tassazione sostitutiva IRPEF che prevede l’applicazione di un’aliquota di imposta ridotta rispetto a quelle ordinarie come previsto dalla legge di Bilancio 2021 che aveva esteso tale tassazione alle locazioni brevi. 

Il limite previsto è tuttavia destinato a scendere,  secondo le anticipazioni relative al DDL Turismo predisposto dal Ministro Santanché, che fissa ad un massimo di due appartamenti per periodo d’imposta il tetto massimo per beneficiare della tassazione ridotta. In caso di superamento del numero massimo di due immobili affittati per breve periodo, non solo si passerà alla tassazione ordinaria IRPEF ma l’attività di locazione, da chiunque esercitata, si presumerà svolta in forma imprenditoriale.

L’attività di locazione breve per più di due appartamenti per periodo d’imposta comporterà quindi l’obbligo di apertura della partita IVA, ma non solo. Così come riportato nella bozza del disegno di legge in circolazione, sarà altresì necessario presentare la SCIA , segnalazione certificata di inizio attività, allo Sportello unico per le attività produttive, il SUAP.

Secondo alcune anticipazioni,  le novità si applicheranno anche alle locazioni brevi fino a 30 giorni, ai contratti transitori così come a tutti gli altri contratti aventi ad oggetto la concessione in godimento, per finalità turistiche, di unità immobiliari ad uso abitativo.

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