Intervista al viceministro leo su riforma del fisco
- Dott. Pietro Giorgi
- 17 Marzo, 2023
Parte la macchina che dovrà portare nell’arco dei prossimi due anni alla completa riscrittura del sistema fiscale. Ecco le principali novità spiegate dal viceministro all’Economia Maurizio Leo a il Sole 24 Ore
- Verso meccanismo flat entro fine legislatura
«Vogliamo gradualmente arrivare a un meccanismo flat, ma questo lo si farà entro la fine della legislatura. Assicureremo la progressività fiscale prevista dalla Costituzione con il meccanismo delle detrazioni», spiega Leo. «Gli oneri deducibili, quando furono pensati, erano pochissimi e oggi invece sono tanti. Interessi sui mutui, detrazioni su spese mediche per fare degli esempi sono da salvaguardare. Serve quindi un lavoro selettivo».
- Potatura dei crediti di imposta
Sul fronte della tassazione dei redditi di impresa, «con il meccanismo della global minimum tax bisognerà abbassare le aliquote Ires e al tempo stesso attuare una potatura dei crediti di imposta». Secondo Leo «la riduzione di aliquota Ires dovrà essere finalizzata ad assunzioni e investimenti in beni strumentali innovativi, pensiamo al 4.0, ricerca e sviluppo, patent box». Oggi il nostro sistema di deduzioni «non favorisce chi vuole investire in Italia».
- Iva, possibile revisione delle aliquote
«Abbiamo quattro aliquote Iva. Quella del 4% non la si può toccare, quelle del 5 e del 10 sì», sottolinea il viceministro. «Oggi una bottiglia d’acqua ha il 22%, si può riportare al 10%. Si può rivisitare l’aliquota della carne e del pesce. O ancora pensare a un’aliquota zero per i prodotti dell’infanzia o per beni di prima necessità.
- Per Irap obiettivo è graduale eliminazione
Sull’Irap «bisogna tener conto della spesa sanitaria per le Regioni ma si vuol andare incontro a una sua graduale eliminazione. Le società di capitali avranno una sovraimposta».
- Fuori luogo parlare di Catasto
Quanto al Catasto «il nostro aggiornamento risale all’88-’89. Quello di altri Paesi è anteriore. Per me è fuori luogo parlare di questo», taglia corto il viceministro evidenziando che «in molti paesi Ue il Catasto è rimasto agli anni Settanta».
- Metodologia degli accertamenti non sta funzionando
«Il versante delle sanzioni sia amministrative che penali deve essere corretto», nella cornice disegnata dal viceministro all’Economia. «La rivisitazione rapporti Fisco-contribuente è necessaria. Il tax gap è ancora elevatissimo perché la metodologia degli accertamenti non sta funzionando. Una gran parte dei contribuenti non viene accertata. Dobbiamo distinguere le imprese tra imprese minori e imprese più strutturate».
- Certezza del diritto e testi unici
Due punti chiave sono certezza del diritto e testi unici. «Abbiamo una miriade di norme sparse nelle quali mettere ordine, già in dodici mesi con un notevole sforzo anche da parte dell’agenzia delle Entrate. Bisogna togliere le norme superate, arrivando a un libro da consultare dove avremo tutto».
- Interpelli, focus su Faq e interpretazione
Il viceministro Leo vuol fare chiarezza rispetto ad alcune letture fuorvianti circa gli interpelli all’amministrazione finanziaria a pagamento. «Il punto qui è far concentrare l’amministrazione su pochi casi specifici, scivolosi, evitando che l'amministrazione, subissata, risponda no in mancanza di un precedente. Bisogna spingere allo stesso tempo il più possibile su Faq e interpretazione». Il che si traduce concretamente in circolari, atti nei quali vengono evidenziati gli aspetti più critici.
- Regole operative entro 24 mesi
Dunque una nuova Irpef con tre aliquote, Iva azzerata per i beni di prima necessità, stop alle comunicazioni nei mesi di agosto e dicembre. Ma anche sanzioni penali attenuate per i contribuenti che si sono trovati impossibilitati a pagare e per le imprese che collaborano. La delega fiscale farà da cornice alla riforma delle tasse targata centrodestra e promette di cambiare il sistema e mettere le basi per la riduzione delle tasse. «Una vera e propria svolta per l’Italia», secondo Giorgia Meloni. Le nuove regole saranno operative entro 24 mesi dall’entrata in vigore della legge delega e «vanno nella direzione di semplificare e ridurre la pressione fiscale, favorire investimenti e assunzioni». Sul fronte delle imprese ci sarà una graduale eliminazione dell’Irap e una riduzione dell’attuale aliquota Ires per chi investe e\o assume.
- Dialogo tra Fisco e contribuente
La riforma punta a instaurare un rapporto tra contribuenti e amministrazione finanziaria nella logica di un dialogo. Il provvedimento, suddiviso in 5 parti e 20 articoli (nell’ultima bozza entrata in Consiglio saltano i due articoli dedicati ai tributi regionali e quelli locali), punta a ridisegnare l’intero sistema, dai tributi ai procedimenti e sanzioni, fino ai testi unici e codici. Per renderlo operativo servirà l’approvazione del testo-cornice dal Parlamento e poi il varo dei decreti delegati che dovranno contenere anche le opportune coperture finanziarie, che in parte saranno garantite dalla revisione delle attuali 600 tax expenditures: sconti, agevolazioni, bonus che saranno rivisti. La riforma parte dalla rivoluzione dell’Irpef, con la riduzione delle aliquote da 4 a 3. Le due ipotesi non indicate nella delega sono: 23%, 27% e 43% o 23%, 33%, 43%. E e le flat tax per tutti resta un obiettivo di legislatura, per i dipendenti arriva la flat tax incrementale.
- Ires a due aliquote
Per le imprese arriva la nuova Ires a due aliquote per far pagare di meno chi più assume ed investe; si punta poi al graduale superamento dell’Irap con priorità per le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti. Ci sarà il concordato preventivo biennale e un rafforzamento dell’adempimento collaborativo. «Si riscrivono le regole della lotta all’evasione fiscale - dice il Mef - che diventa preventiva e non più repressiva«.
- Fronte sanzionatorio
Il governo vuole anche rimettere mano a tutto il sistema sanzionatorio tributario. In particolare per le sanzioni penali si userà un occhio di riguardo per chi si trova impossibilitato a pagare il tributo per fatti a lui non imputabili: nella valutazione della “rilevanza penale” del fatto si terrà conto anche dei casi in cui siano stati raggiunti accordi in sede amministrativa e giudiziaria. È previsto poi un alleggerimento delle sanzioni penali, in particolare quelle connesse al reato di dichiarazione infedele, per le imprese che aderiscono alla “cooperative compliance”, e che hanno tenuto comportamenti non dolosi e lo comunicano tempestivamente al Fisco. Un altro effetto “premiale” per chi aderisce all’adempimento spontaneo è poi l’ulteriore riduzione delle sanzioni amministrative (che può arrivare fino all’integrale non applicazione) per i rischi di natura fiscale comunicati preventivamente in modo «tempestivo ed esauriente».
Articolo di Nicola Barone e Mariolina Sesto de Il sole 24 Ore